Astrologia: definizione

L'astrologia è una disciplina basata sull'osservazione del movimento degli astri e sull'idea di una corrispondenza tra cielo e terra, ossia di una correlazione tra l'andamento dei moti celesti e le vicende terrene.

Sul versante celeste, gli elementi fondamentali dell'astrologia sono naturalmente gli astri, come per esempio la Luna, Giove, Marte, Venere, etc., e i loro movimenti tra i dodici settori in cui è suddiviso il cerchio del cielo, ossia i dodici segni zodiacali dall'Ariete ai Pesci.

Sul versante terreno, gli elementi in gioco sono le umane esistenze, che includono il carattere e la psicologia delle persone, fatte di desideri, speranze e paure, così come si manifestano nel quotidiano incontro con le opportunità e gli ostacoli, con le occasioni e i pericoli che ci propone la realtà della vita.

L'ipotesi dell'astrologia, o se si vuole il suo postulato, è che i due universi, quello alto dei moti celesti e quello basso degli umani accadimenti, siano in qualche modo collegati, così che dall'osservazione del cielo sia possibile trarre indicazioni su quanto avviene o avverrà tra di noi.

Sull'esistenza o meno di prove a sostegno di tale corrispondenza tra cielo e terra, rimandiamo alle varie argomentazioni portate dagli scettici contro l'attendibilità delle previsioni astrologiche, ricordando però come l'evoluzione delle scienze più rigorose, e in particolare la matematica, abbia portato ad affermarsi l'idea che qualsiasi costruzione teorica sia necessariamente fondata su almeno un postulato indimostrabile.

Astrologia e Astronomia: un solo cielo per due discipline

L'astronomia si può considerare in qualche modo figlia dell'astrologia, dato che storicamente le prime osservazioni del cielo non erano fini a se stesse, fatte per il puro piacere della conoscenza, com'è appunto tipico dell'osservazione astronomica, ma dedicate invece a cogliere nei moti celesti il segno di quanto sarebbe potuto accadere in terra e indicazioni sul modo migliore per affrontare gli eventi.

I primi osservatori del cielo erano dunque astrologi, gente concreta che guardava in alto per cercare nel cielo uno strumento atto a migliorare, e in certi casi forse anche salvare, la propria vita quaggiù.

Gli astronomi, puri osservatori di un cielo supposto privo di influenze dirette sulla vita delle persone, studiosi dei moti celesti per puro piacere intellettuale, sarebbero venuti molto tempo dopo, facendo peraltro tesoro dell'immenso patrimonio di conoscenze accumulato dai loro progenitori astrologi, che avevano così a lungo studiato e approfondito le geometrie celesti.

Occorre subito precisare un paio di questioni che uniscono e dividono l'astrologia dall'astronomia: prima di tutto, è opportuno segnalare che quando l'astrologo parla di pianeti include tra questi anche il Sole e la Luna, che per l'astronomo non sarebbero ovviamente pianeti ma rispettivamente una stella e un satellite: una semplice questione di terminologia che non cambia in nulla la sostanza delle cose. Lo stesso vale naturalmente anche per Plutone, recentemente declassato dagli astronomi, che in Astrologia rimane comunque un pianeta.

Per quanto riguarda la posizione dei pianeti nella sfera celeste: per l'astrologo ciascuno degli astri occupa in ogni istante una precisa posizione nel cielo in un determinato segno zodiacale, mentre un astronomo non userebbe i segni zodiacali per indicare la posizione di un pianeta ma più asettiche coordinate astronomiche. I dodici segni zodiacali basati sulla linea d'Ariete costituiscono comunque un sistema di coordinate valido come qualsiasi altro, per cui anche in questo caso si tratta semplicemente di un modo diverso, rispetto alla terminologia astronomica, di denominare la stessa cosa, ossia la posizione occupata in cielo dai diversi astri in un istante dato.

Per chi è interessato ad approfondire la geometria astrologica, diciamo che lo spazio astrologico è bidimensionale in quanto proiettato sull'eclittica, e Geocentrico in quanto l'origine è posta nel pianeta Terra. Le posizioni degli astri sono individuate da coordinate polari, in cui però il modulo (ossia la distanza dalla Terra) non ha interesse astrologico e può essere considerato unitario, così che lo spazio si riduce di fatto a una circonferenza (il cerchio zodiacale), dove la posizione del singolo pianeta è individuata dall'angolo formato tra la linea che lo unisce alla Terra e la linea d'Ariete.

Gli aspetti più tecnici saranno comunque trattati in altri articoli, il punto essenziale che deve essere chiaro è che l'astrologo basa le sue previsioni sulla posizione che i pianeti occupano realmente in un certo giorno, la stessa che verrebbe rilevata dall'osservazione astronomica.

Osservando il movimento dei pianeti del sistema solare, l'occhio dell'astronomo e quello dell'astrologo vedono infatti necessariamente le stesse cose, anche se in alcuni casi le chiamano con nomi diversi.

D'altra parte, l'astrologia nasce nella notte dei tempi con l'osservazione dei movimenti delle stelle, salvo la differenza sostanziale, rispetto all'osservazione pura e semplice dell'astronomia, dell'attribuzione di un significato terreno a quanto accade in cielo.

L'interesse dell'astronomo per il cielo è per così dire estensionale, si allarga fino alle galassie e oltre verso i confini dell'universo, mentre l'interesse dell'astrologo può dirsi piuttosto intensionale, concentrato in uno spazio celeste più limitato e soprattutto concentrato sul significato dei movimenti planetari, nelle loro corrispondenze con la vita in terra delle donne e degli uomini.